Una parentesi direi piuttosto importante è rappresentata dal teatro.
Dalle prime esperienze a ventanni fino a quella discretamente più seria con la Bottega delle maschere di M. Amici.
Dal 1990 al 2008 circa. Diciotto anni di Teatro italiano, Pirandello, soprattutto, ma anche Rosso di San Secondo, Svevo, Strindberg.
Un’esperienza che mi ha formato e fatto crescere. Ha smussato qualche angolo del mio carattere, mi ha aiutato a vincere la paura del palcoscenico ma soprattutto la timidezza.
La musica anche qui ha avuto un ruolo importante, per la Bottega ho scritto alcune colonne sonore come Enrico IV, Il fu Mattia Pascal, Aceldama (un’opera prima di cui conservo un bellissimo ricordo).
Ho solo un rimpianto, grosso così, quello di non essere riuscito a recitare a fianco di una grande donna, colonna portante della Bottega, la grande Lia Adriani. Io glielo avevo detto ma lei ha preferito andare a recitare con gli angeli. (Ancora ciao, Lia).
No, non credo tornerò più a calcare da attore un palcoscenico anche se la vita mi ha insegnato a non dare mai per certe le cose, soprattutto se riguardano la sfera artistica.