“Spero di non innamorarmi di te” dovrebbe essere uno slogan.
Sperando almeno che non sia di chi ancora non si conosce.
“Spero di non innamorarmi di te”.
Dovrebbe diventare un mantra che ci accompagni per proteggerci dal pericolo di un cuore a pezzi; come oggi, in questo bar, davanti a una birra scura.
Lui l’ha vista quasi di sfuggita, l’ha potuto fare soltanto girandosi perché lei era seduta un po’ dietro, ma nonostante questo, anche da quella postazione scomoda, si sente il pericolo, forte, bussare alla sua porta. A lui sembra che lo stia chiamando. Lo sta facendo davvero? E’ lei che, mentre un pianoforte suona, gli sta svelando il suo cuore perché lui lo possa vedere o è solo la birra scura che ha lì davanti? “Innamorarmi mi rende triste” – pensa – “e spero proprio di non innamorarmi di te”.
Il bar è affollato, c’è gente ovunque e lui è ancora lì a chiedersi se offrirle una sedia.
“Ah certo, se ti sedessi al tavolo con questo vecchio pagliaccio probabilmente riuscirei anche a toglierti quell’espressione corrucciata”.
Chissà, magari prima di sera riusciranno anche a farlo.
A patto però che non si innamori di lei.
Però la notte lascia sempre tracce divertenti nella testa di un uomo, porta in dote quei sentimenti da vecchio micione che lei faticherebbe a comprendere; lui si vòlta per guardarla di nuovo e lei si accende una sigaretta.
Come vorrebbe avere il fegato di chiedergliene una, ma non si conoscono ancora e questo rischierebbe seriamente di fargli aprire la porta e innamorarsi di lei e no, stasera non se lo può permettere.
Il tipo con cui stava si è alzato e se n’è andato ma il gioco di sguardi continua. E’ lei, ora, che ricambia il suo sguardo e la sedia accanto è vuota.
Che sia un’opportunità.
O un invito.
“Sei sola, come me e si sta facendo tardi, chissà se anche tu vorresti un po’ di compagnia ma spero che nemmeno tu possa innamorarti di me.
…
Ormai è ora di chiusura.
C’è un attimo in cui il tempo rimane sospeso, una pausa che invita al coraggio e all’azione.
Non c’è più tempo se non per un ultimo giro di birra; il pianoforte si sta giocando le sue ultime note.
Sì, ne prenderò un’altra scura.
Mi giro di nuovo ma non riesco a trovarti da nessuna parte: faccio andare gli occhi tutt’attorno nel locale ma di te non c’è più nessuna traccia.
Lo sguardo torna sempre lì, al posto, ora vuoto, dove ti ho vista l’ultima volta.
Sì credo proprio che mi farò un altro giro.
E si, penso di essermi davvero innamorato di te.